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Palazzo Costa, il tesoro nascosto in via Roma

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Sempre di corsa, a testa bassa sul telefonino o distratti dalle faccende quotidiane, in molti non s’accorgono dei gioielli che li circondano. In via Roma, nei pressi del centro storico, vi è uno dei tanti tesori nascosti di Piacenza: Palazzo Costa, che da circa trecento anni non si sposta dal numero civico ottanta.

Un tempo vi abitava una ricca famiglia di IMG_4122.JPG.jpegmercanti e banchieri di origine genovese, la quale, dopo aver acquisito il titolo nobiliare dai Farnese, decise di imprimere il proprio stemma sul tracciato più antico della città, il decumano massimo della Placentia romana, realizzando un edificio lussuoso e appariscente. Oggi, invece, vi sono residenze private, uffici e, soprattutto, un grosso micio nero che fa da guardiano.

La facciata, composta da un timpano centrale che sovrasta una zona a blocchi di pietra a file sfalsate, è decorata con motivi leggeri e raffinati. Il palazzo segue il tipico schema ad U, con tre portici sui lati affacciati su un giardino, un’oasi verde in cui regnano pace e armonia, estranea al caos cittadino a pochi metri di distanza.

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Lo scalone d’onore, ornato con le statue di Giunone, Afrodite, Flora e Pomona, porta al primo piano, dove si trova il salone delle feste: un tempo, era percorso dalle dame di corte che, con i loro abiti preziosi, si lasciavano andare alla scenografia illusoria del lusso. In alcuni di questi ambienti, grazie alla Fondazione Horak, è possibile visitare il Museo Ambientale del ‘700, un percorso snodato attraverso tre sale: la Sala degli Stemmi, la Sala degli Stucchi e la Sala Impero Blu, in cui hanno dimora opere pittoriche e arredi d’epoca. Un’altra rampa ellittica, sempre visibile dal cortile, era destinata alle donne di servizio, le quali salivano lungo una balaustra in ferro battuto di altaPalazzo Costa Piacenza Facciata-2.jpg qualità.

I patrimoni di questo tipo, che nei paesi esteri sarebbero invasi da code chilometriche di turisti, dovrebbero essere valorizzati e accessibili a chiunque, per lo meno alle migliaia di piacentini che se li lasciano sfuggire sotto il naso. Visitare gli spazi esterni non è complicato: basta suonare ad un qualsiasi campanello, senza correre via o appiccicare un chewing gum, e chiedere di poter entrare, lasciandosi andare alla bellezza e alla spensieratezza dell’arte.

Thomas Trenchi

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Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.

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