Seguici su

cultura

Dialogo tra religioni: «L'Italia è meticcia, un laboratorio interculturale» – VIDEO

Pubblicato il

[wpvideo j1SLZTd8]

Costruire ponti e non muri, conoscere le altre religioni, dialogare con le culture apparentemente opposte, per scoprire d’appartenere a una terra comune. Nell’Aula Magna dell’Istituto Marconi di Piacenza, nell’ambito di un evento organizzato dal Liceo Gioia, si sono poste le basi per un punto d’incontro tra Buddismo, Islam e Cattolicesimo. «L’obiettivo è sottolineare che la dimensione religiosa coinvolge l’aspetto educativo e scolastico, facendo emergere uno scenario di pluralismo nel quale siamo inseriti e col quale dobbiamo fare i conti. È un’esperienza di confronto e di pace, contro l’odio dilagante verso il diverso», ha specificato Brunetto Salvarani, teologo cattolico e moderatore dell’evento.

17039306_10212425156494212_5852495328032135467_o.jpg

Anche il lama tibetano Marco Valli e il direttore della comunità islamica di Bologna Yassine Lafram, incalzati dalle domande degli studenti, hanno toccato i tratti principali delle proprie fedi; uno di questi è indubbiamente il ruolo della donna, in particolare nell’Islam, dove viene visto spesso con diffidenza: «La questione femminile, che presenta certamente delle criticità, è trasversale: nei partiti, nelle famiglie e nella società prevale il maschilismo, è un comportamento umano – ha provato a chiarire Lafram -. Nell’Islam, l’uomo e la donna sono uguali nelle pratiche religiose. I casi di maltrattamento o di privazione dei diritti sono riconducibili a una complicazione culturale, e non religiosa». «C’è un problema di fondo – ha aggiunto Salvarani -, che non riguarda solo i musulmani, ma una storia generale di sopraffazione del maschio sulla femmina. Nemmeno nella Chiesa cattolica vi è parità di genere, perché il peso specifico delle donne nei ruoli di potere è limitato».

17191799_10212425154454161_322895296914144521_o.jpg

La visione della laicità è un’ulteriore tematica attuale e complessa, in grado di evidenziare i punti di contatto o lontananza tra queste realtà: «Le entità religiose da sempre minacciano il concetto di laicità – ha confermato Valli, che ha cambiato il suo nome in Osel Dorje -. Che lo stato debba essere differenziato da esse è una dato assodato, il fatto che le religioni strutturate tendano ad intromettersi nella gestione delle cosa pubblica è altrettanto vero. Il Buddismo è una psicologia, pertanto risulta meno invasivo. Storicamente ha le sue colpe, nel Giappone dei samurai ha avuto legami con il potere. Tuttavia non possiede una verità da imporre: Budda è un dito che indirizza alla luna, non un salvatore o una guida; comunica solo in che modo reggere la sofferenza; la morale suggerisce di agire con compassione e consapevolezza». Per Lafram, «bisogna dare la possibilità ai fedeli di vivere al meglio il proprio credo, nella sfera privata e pubblica. L’esposizione dei simboli, anche del crocifisso negli edifici pubblici, rientra nelle libertà individuali di ciascuno». Il giovane, originario di Casablanca e cresciuto a Bologna, ha avanzato una richiesta allo Stato: «Non essendoci un’intesa del Governo italiano con i centri musulmani, non è possibile realizzare cimiteri o mense scolastiche nel rispetto della nostra tradizione. Preghiamo nei garage e negli scantinati, poiché le moschee non hanno un iter di apertura e regolarizzazione chiaro. La politica ha dei doveri di fronte alle religioni. L’Italia è un paese meticcio, siamo predestinati a vivere insieme, il conflitto non ci fa bene: il bello del mondo sta nell’avere da parte il diverso, che stimola la curiosità. Per il pensiero islamico c’è un unico Dio, “Allah” è semplicemente la parola araba per indicarlo, siamo tutti fratelli. L’Italia è un laboratorio a cielo aperto di intercultura».

Locandina.jpg

«Per conversare con gli altri dobbiamo partire dalle nostre esperienze personali, non dai dogmi, dall’idea di un “Dio padrone” o dall’assolutezza di un libro – ha aggiunto Marco Valli, con voce pacata e ferma -. Negli interrogativi esistenziali, invece, possiamo trovare tutti un punto comune, e raggiungere un senso di pienezza dell’essere, oltre le forme della religione, perché il dolore e il lutto sono uguali per chiunque».

Nel finale, i tre hanno commentato l’utilizzo delle motivazioni sacre nelle guerre e nel terrorismo. «Il Papa benediceva le armi di Mussolini, il Buddismo si è sporcato di sangue in Birmania: sono individui che manovrano il messaggio per altri fini», ha sostenuto Valli. «Si fa leva sulla religione, perché influisce emotivamente sulle persone – ha spiegato Lafram -, con la complicità dei mezzi d’informazione e dei poteri forti, che manipolano la nostra opinione, urlando che è in atto una lotta tra divinità. Piuttosto, a comandare è il “Dio denaro”». «È sbagliato dire che la religione non centra nulla – ha ribattuto il teologo Salvarani -. Lo stesso antisemitismo nazista è stato causato da un antigiudaismo di matrice cristiana. Le comunità dei fedeli sono chiamate ad assumersi più responsabilità, ad incidere maggiormente».

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.