Seguici su

cultura

«Il Daturi non è dormiente. Ci piace così». Prof di ginnastica in difesa del parco

Torna al cento del dibattito il Parco Daturi. Alcuni giovani rivendicano uno spazio per sport estremi. Ma i prof di ginnastica si oppongono

Pubblicato il

È un gigante che dorme e che, secondo qualcuno, non vuole essere svegliato. Torna al cento del dibattito il Parco Daturi, la mastodontica area verde alle porte del centro storico di Piacenza. Dopo che Sportello Quotidiano ha posto l’attenzione sulla raccolta firme portata avanti dagli organizzatori dell’Alley Oop, nella quale chiedono una gestione in pianta stabile dello spazio pubblico, l’assessore alle politiche giovanili Luca Zandonella si è messo in contatto con Marcello Casaroli (referente del Festival) per valutare questa opzione. Insorgono però i primi problemi: i professori di ginnastica del Liceo Melchiorre Gioia hanno fatto sentire la loro voce per difendere quella che, ad oggi, è la principale palestra “a cielo aperto” di cui dispongono. E che rischierebbero di vedersi sottratta.

«Come insegnante di Scienze Motorie in una scuola del centro, ritengo inappropriato che l’area del Daturi venga monopolizzata da una qualsivoglia organizzazione, in quanto rimane, per noi operatori ed educatori, già penalizzati da carenze endemiche di spazi vitali, un’area preziosissima – ha commentato la docente Raffaella Civardi -. I nostri studenti la vivono per cinque o sei mesi l’anno come un autentico polmone, durante le lezioni. E parlo di almeno cinquecento ragazzi ogni giorno. Basta passare in viale Risorgimento in primavera e autunno per rendersene conto. Ben vengano gli sport, anche estremi, ma non al Daturi!». Gli organizzatori dell’Alley Oop, in sintesi, avrebbero in mente di realizzare un’arena permanente per sport estremi, street culture e arti freestyle. Considerandosi inascoltati da parte della scorsa Amministrazione comunale, a giugno hanno dato il via a una petizione che ha totalizzato all’incirca 2.500 firme. Alla professoressa Civardi, tramite i social, i giovani hanno risposto che «le strutture sportive potrebbero essere messe a disposizione delle scuole, dando la possibilità di imparare qualche nuova disciplina a costo zero». A tale contesa s’aggiungono le intenzioni programmatiche della Giunta Barbieri: riportare la musica al Daturi, organizzando vari concerti.

20370961_1452990208126814_1418131122_n.jpg

Una lezione di educazione fisica all’arena Daturi

In soccorso alla causa didattica è arrivata anche la professoressa Antonella Ciocchi: «L’Alley Oop è una manifestazione che rispecchia pienamente le esigenze di movimento e di incontro tra i giovani. Più volte mi sono espressa a favore di tale iniziativa, ma ci sono spazi più idonei del campo Daturi. Raccogliere le firme mentre è in atto la festa è una mossa vincente, ma chi firma a favore magari non conosce i problemi annessi. La scuola e l’attività scolastica hanno la priorità. Non esisterebbero nemmeno le società sportive, se la scuola non sviluppasse le competenze motorie. Il Daturi non è dormiente. È pieno di studenti che fanno attività con i loro insegnanti, i quali concorrono, insieme agli Alpini, a mantenere pulito il campo, a fare da sentinelle… Sembra che ora tutti scoprano il Daturi, ma nessuno si è mai chiesto con quale fatica e chi lo tenga vivo?! È un luogo che certamente l’Amministrazione deve potenziare, aumentando le corsie, le pedane di lancio e di salto, il campo di gioco, ma non il chiosco per le birre».

img_9090_11057.jpg

Chi si occupa dell’apertura e della chiusura del parco, dello sfalcio dell’erba e di altre attività di manutenzione è la Sezione Alpini di Piacenza, capitanata da Gino Luigi Acerbi. Poche chiacchiere e tanti fatti: con senso di dedizione e spirito di volontariato, le penne nere (talvolta aiutate da qualche studente del Liceo Gioia) accudiscono il grande gigante chiamato Daturi. Sarebbero loro i primi da interpellare sulla questione, visto che conoscono meglio di chiunque altro quei quattordicimila metri quadrati di verde tra pioppi, pini e tigli.

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.