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Chi sono i creatori di Piacenza Memes: «Con la satira raccontiamo la città»

Gabriele Paratici e Nicola Takhta-Bornian sono i fondatori di “PIACENZA MEMES”, la pagina Facebook che attraverso la satira sta componendo un curioso (e onesto) mosaico sociologico dei piacentini.

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«Facciamo leva sull’orgoglio dei piacentini, che a volte è troppo nascosto». A scoperchiare la fierezza di Piacenza sono Gabriele Paratici e Nicola Takhta-Bornian, fondatori di “PIACENZA MEMES”, la pagina Facebook che attraverso la satira sta componendo un curioso (e onesto) mosaico sociologico della città. L’impegno premia: in sole due settimane, sono stati collezionati 2.500 mi piace e parecchi apprezzamenti. «La critichiamo sempre. La prendiamo in giro. A qualcuno va stretta, per qualcuno offre poco – scrivono i due admin -. A noi però piace così com’è. Noi la amiamo. Per le sue valli, per la sua cucina, per la sua storia. E in qualunque posto del mondo, la portiamo sempre nel cuore: Piacenza». Tecnicamente, un meme è un’immagine sulla quale vengono applicate delle scritte in font Impact, dando una sorta di didascalia virale allo scatto originale. «Nella nostra zona non è mai esistita una pagina del genere – fanno notare Gabriele e Nicola -, ovvero leggera ma al tempo stesso pungente, che ci riguarda così da vicino». Le immagini umoristiche pubblicate sulla pagina giocano soprattutto sulla rivalità tra Piacenza e i territori di Cremona e Parma. Eccone alcune da sfogliare.

Com’è nata la vostra pagina e cosa vuole evidenziare?

«La pagina è nata per puro caso, con l’incoraggiamento degli amici. Da “Piacenza Memes” emerge che i piacentini sono in grado di prendersi in giro e ridere di se stessi, ma soprattutto che amano la loro terra più di quanto si possa immaginare».

Perché avete scelte Facebook come social network per diffondere l’idea?

«È quello che riteniamo di maggior impatto».

Come preparate le immagini divertenti?

«Le immagini nascono grazie a un’applicazione che contiene le basi per centinaia di memes. A seconda dell’immagine pensiamo a come possa adattarsi al contesto piacentino. Fortunatamente viviamo in una città che offre mille spunti, al contrario di quanto si creda…».

Quale di queste ha ottenuto più successo?

«Finora quella che ha ottenuto più successo è quella su chi sostiene che a Parma si mangi meglio che a Piacenza. E non a caso credo».

Manca la valorizzazione del marchio Piacenza, dal vostro punto di vista?

«Assolutamente sì! Siamo cresciuti con uno smisurato amore per la nostra terra e per tutto ciò che ne fa parte, ma purtroppo constatiamo che la nostra città non è per nulla valorizzata, in primis dai piacentini stessi e da chi dovrebbe farsene carico. Non si tratta ovviamente di pavoneggiarsi su cose immaginarie, ma di prendere coscienza che siamo in possesso di diverse eccellenze – siano esse culinarie, artistiche o paesaggistiche – e che sarebbe ora di promuoverle a dovere».

Spesso criticate l’operato delle istituzioni locali. Portate avanti anche una denuncia politica?

«In realtà siamo totalmente apolitici: la volontà è proprio quella di rimanere fuori dalle polemiche. Trattando certe tematiche si va sempre a finire in mezzo a conflitti e incomprensioni, mentre noi vogliamo solo regalare tanta leggerezza alla gente e tante risate. Sicuramente qualche meme può essere letto anche in chiave politica, come quelli che riguardano via Roma o via Colombo, ma penso che non sia nostro il compito di mettere in luce certe situazioni che, oggettivamente, sono sotto gli occhi di tutti».

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.