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Movimento 5 Stelle, Gabbiani: «Il futuro sindaco di Piacenza? Come Pizzarotti»
A Palazzo Mercanti, i grillini sono tre: Mirta Quagliaroli, Barbara Tarquini e Andrea Gabbiani. Prima di ogni consiglio comunale, aspettano che tutti i “colleghi” prendano posto, per poi decidere se entrare in aula o meno. Non vogliono, infatti, essere loro a decretare il numero legale per avviare la seduta, «la maggioranza deve prendersi le proprie responsabilità, visto che amministra ed indica l’indirizzo politico».
Il consigliere Gabbiani non si trova d’accordo con l’operato della giunta a guida Pd: «Hanno sempre fatto l’opposto di ciò che dicono. Mi riferisco, per esempio, alla raccolta differenziata o all’inceneritore. Piacenza, oggi, è una città statica. Hanno il merito di aver ampliato l’area democristiana – aggiunge, con ironia – non ne ho mai vista così tanta negli ultimi anni. Abbiamo due visioni completamente diverse».
L’assessore Bisotti, nel frattempo, ha cominciato a lavorare al Poc, cioè il piano operativo per lo sviluppo urbanistico della città. Gabbiani si aspetta «un cambio di passo, dettato da innovazione e occupazione sul territorio. Il documento per lo sviluppo che presentò il vicesindaco Timpano non è sbagliato: spazio agli investitori esterni, purché rispettino certe condizioni». Poi un “no” secco a nuove abitazioni: «Bisogna puntare sugli uffici aperti al pubblico, come gli ambulatori, oppure sul direzionale. Mi trovo d’accordo con l’apertura di una sede della Polizia Municipale nell’ex-consorzio agrario – uno dei cantieri che interesserà la città nei prossimi mesi -. Mi consulterei con i comitati dei cittadini, lasciando da parte il residenziale»
La loro linea, quella a cinque stelle, sarà messa alla prova la prossima primavera, quando i piacentini si recheranno alle urne per scegliere la nuova amministrazione. Da diverse settimane, i grillini chiedono ai cittadini, se interessati a candidarsi, di inviare il loro curriculum attraverso il sito internet. Tuttavia, la via del web non pare più una certezza assoluta e infallibile, ma una carta da giocare: «Stiamo provando a proporre una politica completamente diversa. Non abbiamo una classe dirigente, i curriculum potrebbero essere una soluzione per trovare persone oneste e trasparenti».
Gabbiani, inoltre, spiega che non esiste l’identikit “ideale” del futuro sindaco: «Non è giusto mettere dei paletti, o preconfezionare il candidato. Dovrà, certamente, essere disponibile e attento al territorio». Le caratteristiche della Raggi potrebbero funzionare? «No. I bilanci di Piacenza sono virtuosi, non è in emergenza come Roma. Vedrei meglio il modello Pizzarotti: a Parma si è innescato un meccanismo vincente, che ha trovato l’appoggio e la collaborazione dei costruttori»
Un’ultima frecciatina ai partiti, ai quali però riconosce ancora una militanza sana: «Non sopporto le segreterie, perché vincolano chi vuole fare. Tra l’eletto e il cittadino non devono esistere filtri».
Il ricambio generazionale e il limite di mandati sono i pilastri del Movimento. Per questo, Gabbiani chiarisce che non si ricandiderà: «Tornerò a fare il mio lavoro». Forse, non è solo il “verbo di Beppe” a motivarlo verso questa scelta. Nei suoi occhi stanchi, quell’aula non sembra essere una passeggiata.
Thomas Trenchi