cultura
Oltre il tumore: "La Vita Ti Riprende" (di Elisabetta Paraboschi) e l'oncologia integrata (con la dott.ssa Bidin) – AUDIO GIOIA WEB RADIO
Ascolta l’approfondimento radiofonico di Gioia Web Radio: clicca sulla PARTE 1 (con Elisabetta Paraboschi, autrice de “La Vita Ti Riprende”, e la dott.ssa Livia Bidin, presidente di N.O.I. Nuova Oncologia Integrata), oppure sulla PARTE 2 (con Elisabetta Paraboschi, autrice de “La Vita Ti Riprende”, il dott. Franco Pugliese, responsabile di Lilt Piacenza, e Paolo Nucci, uno dei promotori di “Movember“).
Ogni giorno in Italia vengono diagnosticati circa 1.000 casi di tumore, nel 2015 in totale 366.000 nuove diagnosi. Ma oltre i numeri, i dati, le statistiche, ci sono persone con la loro vita quotidiana, con le loro emozioni e le loro paure. Lo racconta il libro “La Vita Ti Riprende – Otto storie a lieto a fine dal reparto di oncologia dell’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza”, realizzato dalla giornalista Elisabetta Paraboschi, il cui ricavato andrà in beneficienza. Si tratta di una raccolta di otto interviste a chi ha sconfitto il tumore, dovendo poi affrontare una sfida forse più grande: quella con la vita quotidiana, durante e dopo la malattia.
«Il tumore è una malattia estremamente ingombrante. E una delle reazioni più comuni di chi si ammala è il percepirlo come capace di porre in secondo piano i contenuti della quotidianità: i rapporti con gli altri, il lavoro, lo sport, un viaggio, l’acquisto di un vestito, andare al cinema a vedere un film, uscire per prendere un gelato con gli amici… tutto quanto sembra vada congelato in attesa della guarigione. […] La malattia smette di essere un’esperienza entro i confini della vita e diventa contraria alla vita stessa», scrivono Davide Corona e Gabriele Dadati di Papero Editore.
È la storia di Catia Abate, che ha imparato (e insegna) a non trascurarsi, a prendersi cura di sé, senza sentirsi egoista per questo; di Gianni Fantini, che fa il pasticcere ma non ha più lo stomaco e, nonostante ciò, spiega che «quando si ha una malattia ormai ci si è dentro e non serve prendersela con il mondo»; di Lucia Pisaroni, la quale, dopo aver perso il marito, ha scoperto un tumore al pancreas, ed ha capito che «non bisogna avere paura a chiedere aiuto»; di Tommaso Senzapaura e del suo matrimonio, che non è stato ostacolato dal cancro al testicolo; di Ilaria Massini e dei suoi occhi che sembrano stelle luminosissime, come descrive l’autrice Elisabetta Paraboschi, riportando la paura e la forza di una figlia che, pochi anni prima, ha accompagnato la madre nel medesimo percorso; di Giuseppina Baldini, della malattia di cui si è accorta per caso, poi la chemioterapia e una causa per mobbing per chiudere trentotto anni di lavoro; di Luciana Borsa, che ha trovato il coraggio per dire “no”, rallentando i ritmi lavorativi e dedicandosi alla propria salute; di Arianna Baldini e dei suoi due bimbi, frutto di una fecondazione assistita che l’ha portata a scovare il cancro, da sempre considerato una perdita di tempo tra lei e la maternità.
Sono le loro storie, e di tante altre persone che si sono riconosciute in esse. «Il libro desidera aiutare Amop e – spiega Elisabetta Paraboschi – avvicinarsi al tumore non con i toni pietistici che sarebbero comuni e ovvi, ma raccontando la storia di persone normali che si sono ritrovate ad affrontare la malattia insieme alla quotidianità, continuando a viverla nella maniera più tranquilla possibile, senza prendere una pausa dalla vita».
“La Vita Ti Riprende”, passando per tappe fondamentali. Secondo la dott.ssa Livia Bidin, presidente di N.O.I. Nuova Oncologia Integrata, «se i pazienti vengono sostenuti anche dal punto di vista emozionale e psicologico, le cure standard di chemioterapia e radioterapia raggiungono risultati migliori». N.O.I. è un’associazione di volontari e professionisti che tende alla concezione di benessere connessa all’interezza della persona, riferendosi alle medicine su base antropologica: «L’obiettivo è quello di fare in modo che chi ha avuto o ha un tumore possa riacquistare la sicurezza in se stesso – prosegue la dott.ssa Bidin -. Organizziamo attività di gruppo, individuali, passive e attive, ad esempio yoga, qi gong, pilates, aikido, shiatsu, riflessologia plantare, suonoterapia con campane tibetane… Inoltre, con l’aiuto di tre psicologi, teniamo un corso di fotografia, come spunto per sviluppare una nuova consapevolezza del corpo che cambia in seguito alle cure». L’associazione si regge principalmente su contributi benefici: quest’anno, sono stati organizzati tredici convegni e cinque concerti per raccogliere fondi. Per conoscere questo angolo nascosto in via San Nazzaro 12 (Piacenza) o avere qualsiasi informazione, è possibile contattare nuovaoncologiaintegrata@gmail.com.
Thomas Trenchi